L’ipertensione polmonare tromboembolica cronica (CTEPH) e l’ipertensione arteriosa polmonare idiopatica (iPAH) hanno origine nella zona pre-capillare del sistema vascolare polmonare e sono entrambe associate ad insufficienza del cuore destro e mortalità. Solitamente, i pazienti affetti da CTEPH sono più anziani, prevalentemente di sesso maschile e presentano un numero maggiore di comorbidità rispetto ai pazienti con iPAH, per cui l’adattamento del ventricolo destro potrebbe risultare differente. Inoltre, i pazienti con CTEPH presentano, spesso, storie precedenti di tromboembolismo venoso cronico, che può determinare ripercussioni a lungo termine sul ventricolo destro. L’adattamento del ventricolo destro potrebbe essere influenzato anche dalla presenza di ostruzioni vascolari. L’adattamento del ventricolo destro al sovraccarico di pressione è il fattore più importante nel determinare la prognosi di ipertensione polmonare (PH) ed è stato studiato, soprattutto, in pazienti selezionati con CTEPH o iPAH o in una popolazione mista di pazienti colpiti da queste patologie. Questo studio, condotto tra il 2000 e il 2019 e pubblicato sulla rivista The Journal of Heart and Lung Transplantation, ha preso in esame pazienti sottoposti a risonanza magnetica cardiaca (MRI) e cateterismo del cuore destro (RHC) al momento della diagnosi. I risultati dello studio hanno dimostrato che:
In conclusione, lo studio ha evidenziato che i pazienti con CTEPH e iPAH si adattano all’aumento del postcarico attraverso dilatazione del ventricolo destro, ipertrofia, aumento della contrattilità e rigidità diastolica. Solo delle differenze marginali sono state riscontrate nei due gruppi, con i pazienti con CTEPH caratterizzati da una maggiore dilatazione del ventricolo destro e da una pendenza della curva di rigidità diastolica del ventricolo destro, in risposta al postcarico, più elevata.
L’ipertensione arteriosa polmonare (PAH) è una patologia cronica a prognosi infausta. Nonostante il progressivo aumento delle opzioni di trattamento negli ultimi anni, la PAH è caratterizzata da importanti limitazioni nello svolgimento dell’attività fisica. L’intolleranza all’esercizio fisico è il principale sintomo della patologia ed impatta negativamente sulla prognosi, sulla qualità di vita (QoL) e sulla mortalità.
Indossare la mascherina è ormai diventata un’abitudine quotidiana ed è una misura che permette di ridurre la trasmissione del virus SARS-CoV-2. Nonostante le evidenze che sottolineano l’efficacia dell’uso della mascherina nella protezione dall’infezione da Coronavirus, molte persone spiegano che frequentemente rinunciano ad indossarla a causa di mancanza di fiato e della ritenzione di anidride carbonica, soprattutto durante uno sforzo fisico.